SANTO ESPEDITO A MAGORNO (CAMPANIA) 

La piccola comunità montana di Magorno (a 850 metri sul livello del mare; con 620 abitanti), frazione del comune di Montesano sulla Marcellana, in provincia di Salerno, da cento anni contiene una bella chiesetta dedicata a Santo Espedito. 

Essa fu creata per iniziativa di una madre, Rosa Verricelli, in seguito ad un voto che ella fece per impetrare il ritorno di suo figlio Raffaele, partito per la Grande Guerra.

Tornato sano e salvo il giovane, dopo tre anni di lavoro e grazie anche all’aiuto della popolazione locale, il luogo di culto fu inaugurato il 19 aprile 1924, memoria liturgica di Santo Espedito (v. documento allegato). 

Caduta in disuso alla fine del secolo scorso, la chiesa è stata ripristinata per iniziativa del dinamico, geniale ed inesauribile don Domenico (Mimì) Tropiano, da quarant’anni parroco di Magorno e Tardiano. Alla cerimonia di ripristino e di celebrazione del centenario (19-aprile 2024), ha partecipato anche il vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, S.E. Mons. Antonio De Luca, il quale nell’omelia ha detto:

«L’oggi di Dio chiede presenza, a dispetto di accidia e mediocrità: i peccati di coloro che aspettano che il tempo passi. L’oggi di Dio deve trasformarci in sentinelle del bene, i martiri ci insegnano cosa significa donare la tunica a chi chiede il mantello, dare la vita per amore del proprio fratello»;

ha quindi stilato la preghiera che appare nell’ immaginetta commemorativa, e distribuito ai presenti un originale “Scapolare di Sant’Espedito”. 

A Sua Eccellenza ha risposto Don Mimì, con una bella dichiarazione di affetto e fede (allegato). 

All’evento ha partecipato anche il Sindaco di Montesano, Prof. Giuseppe Rinaldi, insieme ad altre autorità civili, e i parroci delle località limitrofe, come dettagliatamente riferito dalla cronaca locale (sito); e il devoto Salvatore Musella ha stilato la poesia allegata.      

Siamo oggi in costante corrispondenza con il caro Don Mimì, con il quale sono in programma gemellaggi e compartecipazioni. 

FEDE E DEVOZIONE DI UNA COMUNITA’

LA CHIESETTA DEDICATA A SANT’ESPEDITO MARTIRE IN LOCALITA’ MAGORNO DI MONTESANO SULLA MARCELLANA

1924 19 Aprile 2024

“Il piccolo tempio dedicato a Sant’ Espedito edificato nella contrada Magorno in Montesano Sulla Marcellana (SA) alimentò la fede e la devozione che furono le due fiaccole della famiglia Verricelli De Fina (…)”

(cfr. Fondo Sant’Espidito/Magorno/Montesano. Testo dedicatorio per lapide marmorea redatto dai figli Pasquale e Rita De Fina. Montesano 1958).

Pur nelle contingenti ristrettezze economiche e finanziarie del tempo, trovò, però, immediato riscontro nella generosità della popolazione locale che offri prontamente dapprima ciò che più gli era congeniale, ossia: prodotti agroalimentari locali affinché li si vendessero e il ricavato potesse servire per la realizzazione del progetto sacro.

L’ispiratrice di questo tempio sacro dedicato al santo guerriero fu la signora Rosa Verricelli fu Filippo (nata il 20 gennaio 1862) che a seguito di voto fatto si prodigò alacremente per la sua edificazione. A lei, infatti, si deve la donazione del suolo dove tutt’oggi sorge la piccola chiesetta.

Nel 1924, e più precisamente il 19 aprile, il luogo di culto veniva aperto al pubblico e da qual momento anche i residenti dell’area di Magorno potevano, finalmente, avere un proprio luogo sacro per la preghiera e la celebrazione eucaristica domenicale e per le altre festività.

Facciamo qualche passo indietro e cerchiamo di capire quando il progetto ha preso forma e corpo.

Già nel 1912 risulta essere stata avviata una raccolta porta a porta tra i residenti del posto. Primariamente la raccolta vide una quantità di generi alimentari che venduti al mercato avrebbero fruttato denaro utile a finanziare il progetto, la cui ispirazione per “Voto” è ascrivibile alla Sig.ra Rosa.

Ai di la del suolo, ch’era stato già messo a disposizione dalla detta sig.ra Rosa Verricelli, era necessario dover avviare le opportune pratiche edilizie presso gli uffici comunali competenti così come era necessario individuare una persona adatta alla gestione del cantiere. A tal proposito, la sig. Rosa affidò l’incarico al mastro Giuseppe Di Giuda di Arenabianca che si prodigò per tutto quanto riguarda gli aspetti tecnici oltre gli aspetti di cantiere.

I lavori iniziarono nel 1921 grazie al sostegno continuo offerto alacremente dalla gente del posto e da alcune altre famiglie di diverse altre zone di Montesano.

(cfr. Fondo Sant’Espidito/Magorno/Montesano. Nota a firma di Pasquale De Fina, AP Nicola Spinelli)

A quel tempo, però, non era così semplice reperire risorse economiche e materiali necessari, tanto indispensabili per la fabbrica di costruzione. In una missiva del 1920, infatti, l’ing. Enrico Padula rassicura il segretario riguardo alla mancata consegna del cemento promesso. Il Padula, infatti, fa presente che la momentanea sospensione di carri merci sulla tratta Sicignano-Lagonegro ha procurato disservizi e di contro ritardi nelle consegne.

Egli, rassicura, però, che non appena giungerà il carico di cemento manterrà la promessa data a favore della erigenda cappella di Sant’Espedito

(cfr. Fondo Sant’Espidito/Magorno/Montesano. Biglietto dell’Ing. Enrico Padula, 1920. AP Nicola Spinelli).

Gli operai erano tutti a giornata compreso Giuseppe Di Giuda, Gaetanuccio Di Giuda e Filiberto Sigillo.

Anche alcuni dei materiali utilizzati per la fabbrica della Cappella del Sig. De Fina Raffaele Sant’ Espedito di Magorno sono stati reperiti in loco

(cfr. Fondo Sant’Espidito/Magorno/Montesano. Nota spese, 1920. AP Nicola Spinelli).

La chiesetta, dalle ridotte dimensioni, presenta da disegno di progetto originario una facciata esterna in stile Neoclassico. Due paraste laterali sorreggono una trabeazione con relativo timpano. Centralmente a questo ultimo il disegno progettuale prevedeva un ampio finestrone semicircolare, tipico delle architetture dei primi del ‘900. Il portale d’ingresso, di chiara impostazione Neoclassica è ancora oggi operato in stucco con riquadro a cornici mistilinee e barbacani aggettanti sottostanti l’architrave. L’interno dalla descrizione si presentava alquanto semplice e spartano. La sola nicchia (altezza 145 cm, larghezza 75 cm e profondita 60 cm) centralmente posta e sopraelevata all’altare, presentava una decorazione a stucco di gusto Neoclassico e accoglieva il simulacro raffigurante il santo titolare, che originariamente era in cartapesta leccese. Col passare del tempo e a seguito di usura della suddetta statua, il dott. De Fina provvide all’acquisto dell’attuale statua in legno policromato proveniente dalla nota località di Ortisei

(cfr. Fondo Sant’Espidito/Magorno/Montesano. Appunti del dott. Pasquale De Fina inviati a don Mimi per il Bollettino Diocesano. 1977. AP Nicola Spinelli).

L’altare, è pari a 130 cm di lunghezza per 30 cm di larghezza e al 1923, doveva presentare come mensa delle tavole con centralmente posta, ad incastro, la pietra santa

(cfr. Fondo Sant’Espedito/Magorno/Montesano. Nicchia. Appunti misure e descrizione arredo interno. 1923. AP Nicola Spinelli).

Nel 1922 si provvide alla stipula di un accordo tra le parti in causa: committenza e maestranze affinché si portassero a compimento i lavori interni ed esterni di rifinitura e decorazione, a completamento della fabbrica. L’accordo reca in calce la firma di De Fina Raffaele (committente) e di Di Giuda Giuseppe fu Antonio (mastro). I lavori interni riguardavano l’intonaco, il balaustrato, la volta a mattoni, le decorazioni, l’altare maggiore con nicchia e colonnine laterali e la pavimentazione. I lavori esterni, invece, riguardavano la pavimentazione, l’intonaco di facciata, il tetto, la decorazione della facciata con relativo portone ligneo d’ingresso. Il Di Giuda si obbligava a realizzare e a portare a compimento tutti i lavori entro il mese di marzo del 1923 per un costo non superiore alle 1000 lire. Di contro, il De Fina s’impegnava a pagare la detta somma per detti lavori sopra elencati

(cfr. Fondo Sant’Espedito/Magorno/Montesano.Accordo e intenti, 6 ottobre 1922. AP Nicola Spinelli).

Tra il 1923 e il 1924 venne ad intensificarsi la raccolta delle offerte e dei donativi per il completamento della fabbrica, come si evince da diversi elenchi e appunti di donazioni. Al 26 settembre 1923 così come descritto da una dettagliata nota a firma del Di Giuda, risultano essere stati eseguiti quasi tutti i lavori necessari e richiesti per un importo pari a lire 3987,35.

Tutti gli anni, a far data dal 1924, il 19 aprile, si sono tenuti i festeggiamenti liturgici mentre, a far data dal 1976, grazie al costituitosi Comitato festa, si sono svolti anche i festeggiamenti civili. Infatti, nel 1977, alla presenza del vescovo diocesano del tempo, mons. Umberto Luciano Altomare si è anche svolta la prima processione per le strade della contrada oltre che l’amministrazione del sacramento della Cresima.

Le attenzioni vescovili non sono mai mancate così come scrive il De Fina, che dal 1938 elenca tutti i vescovi diocesani che si sono succeduti a visitare Magorno fino agli anni ’70 del secolo scorso. L’elenco si ferma agli anni ’80 in quanto il dott. De Fina scrive questo appunto nel 1977. Certamente, però, fino a oggi, tutti i Vescovi diocesani hanno visitato la comunità di Magorno o in occasione della festa o in altra data e o occasione

(cfr. Fondo Sant’Espidito/Magorno/Montesano. Appunti del dott. Pasquale De Fina, cit. 1977. AP Nicola Spinelli).

La cura pastorale ha inizialmente visto una Missione cappuccina al tempo di mons Oronzo Caldarola per poi passare a don Augusto Lazzetta (anni ’50 del secolo scorso) e poi al parroco di Montesano capoluogo, don Enrico Pepe (1954 al 1972). Nel 1972, la curatela passa a don Vito Cicatelli, nominato parroco della nascente parrocchia di Tardiano con cura d’anime anche della frazione Magorno. Al Cicatelli è poi succeduto don Domenico Tropiano di Teggiano, per tutti don Mimì

(cfr.  Fondo Sant’Espidito/Magorno/Montesano. Appunti del dott. Pasquale De Fina, cit. 1977. AP Nicola Spinelli), che ancora oggi è parroco di Tardiano e di Magorno.

Nel 1955 e più propriamente il 15 febbraio veniva stipulato il Verbale di consegna alla Curia vescovile di Teggiano dell’immobile sacro e della suppellettile mobile ivi presente. Erano presenti per la Curia vescovile, il Canonico mons. Salvatore Tropiano e don Enrico Pepe, parroco di Montesano e vicario di Magorno Sant’Espedito. Per la famiglia De Fina erano presenti: il dott. Pasquale De Fina, figlio della sig. Rosa Verricelli e il testimone prof. Alfonso Burrillo.

Giuseppe Aromando

Santo Espedito a Tardiano

Discorso di Don Mimì Tropiano al Vescovo, durante la Messa del 19-4-2024

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